Visita a Villa Ginori, alla Biblioteca Ragionieri (ex Villa Buondelmonti) e alla Cittadella ex Manifattura di Doccia.
Ogni grande impresa nasce da ingredienti fondamentali: visione imprenditoriale, capitale, risorse, manodopera, un mercato desideroso e efficienti vie di comunicazione. Ma quali di questi elementi erano presenti a Sesto Fiorentino in quel periodo?
Al centro della scena emergente troviamo Carlo Ginori, un visionario con una passione per la "porcellana", quel prezioso "oro bianco" desiderato dai ceti nobiliari. Fortunatamente, il marchese aveva anche le risorse finanziarie per perseguire questa sua visione. Richiedevano, infatti, un grosso investimento di denaro l'acquisto e il trasporto della materia prima per la produzione della porcellana, il caolino proveniente da terre lontane. Ginori, grazie alla sua tenuta familiare ereditata dal XVI secolo, aveva accesso diretto alla forza lavoro, reclutando i propri coloni per la sua nascente impresa,
Nel 1737, mentre la Gran Bretagna era in piena effervescenza industriale, Ginori fece una mossa audace: 15 marzo acquistò dal senatore fiorentino Buondelmonti Villa delle Corti o La Corte posta in vicinanza di Villa Ginori, la residenza di famiglia. L'edificio, pur di modeste dimensioni, fu utilizzato per i primi esperimenti di produzione della porcellana. Grazie all'assunzione da parte del marchese di due esperti austriaci: Carlo Wendelin Anreiter, un artista che decorava la porcellana e Giorgio delle Torri, di origini italiane, fornaciaio, l'impresa, che ha dell'impossibile, fu avviata, ponendo le basi per la formazione della futura comunità operaia.
Avanzando nel tempo, nella seconda metà dell'Ottocento, la Manifattura divenne un fulcro per la comunità locale. L'arrivo delle prime ferrovie in Toscana dette un ulteriore impulso all'industria della porcellana ottenne ulteriore impulso, facilitando sia l'acquisizione di materie prime come il caolino, sia la distribuzione dei prodotti finiti. Con il marchese Lorenzo Ginori alla guida, l'azienda si espanse ulteriormente. Tra il 1866 e il 1872, furono erette tre nuove fornaci e l'organico crebbe fino a comprendere tra i 250 e i 300 dipendenti. Tuttavia, alcune parti del processo richiedevano competenze specialistiche, e i Ginori risposero istituendo scuole per formare nuove generazioni di lavoratori specializzati. Una storia, quella dei Ginori, che incarna la passione, l'innovazione e la tradizione nel cuore della Toscana.
I Ginori furono anche pionieri nel settore sociale: nel 1829 fondarono la prima Società di Mutuo Soccorso e le prime associazioni operaie. Ciò nonostante, l'autonomia vera e propria per gli operai arrivò nel 1864 con la fondazione della Fratellanza Artigiana di Firenze.
L'epoca d'oro della Manifattura vide la produzione di eleganti stufe, raffinate porcellane e pratiche stoviglie di maiolica. Nel 1896, la manifattura di Doccia entrò a far parte della Società Ceramica Richard di Milano, dando vita alla rinomata Richard-Ginori. Entro il 1889, la fabbrica si estendeva su un'area di 70.000 mq, con 15 fornaci e oltre 1.200 dipendenti,
Nel 1903, Sesto Fiorentino assiste a una notevole evoluzione nella sua produzione industriale. Gli isolatori elettrici emergono come prodotti cardine, riflettendo la crescente elettrificazione del Paese. Questo dinamismo industriale porta alla costruzione di nuovi edifici dedicati e sale appositamente progettate per collaudare questi prodotti innovativi. Si apre un decennio caratterizzato da una notevole espansione e da un'accelerata meccanizzazione che attraversa e rivoluziona ogni angolo dello stabilimento.
Negli anni '30, la Manifattura Richard-Ginori di Sesto Fiorentino conosce un periodo d'oro. Si estende su 80.000 metri quadrati con 40 forni attivi e uno staff composto da 2.000 dipendenti. Questo fervore industriale si sovrappone al tumulto della guerra. Molti giovani lavoratori della Richard-Ginori si uniscono alle fila della Resistenza, che ferve sulle pendici del Monte Morello.
Tuttavia, gli anni ’50 segnano un cambiamento. In nome del progresso e dell'evoluzione, la direzione decide di rinnovare. Ma questo rinnovamento porta con sé una serie di licenziamenti, che toccano soprattutto gli operai in prima linea nelle lotte sindacali.
La Richard-Ginori è l'anima di Sesto. Quando, nel 1958, l'antico stabilimento di Doccia viene abbandonato per il nuovo impianto inaugurato nel 1950, si avverte una certa nostalgia. Pur con un numero ridotto di dipendenti, lo spirito collettivo e l'eredità industriale rimangono saldi nella cultura popolare, evolvendosi e adattandosi ai nuovi tempi. E anche nei momenti bui, quando nel 2013 la Manifattura dichiara bancarotta, Sesto Fiorentino non abbandona la sua storica azienda. Gucci, riconoscendo il valore di questo patrimonio, acquista la Manifattura e il 5 giugno 2013 riapre le porte dello stabilimento, dando inizio a un nuovo capitolo.
Per comprendere e immedesimarsi nella mentalità e nello stile di un nobile del Settecento nulla è più eloquente di una visita a Villa Ginori a Doccia e agli spazi della ex Manifattura di Doccia.
La villa, edificata nel quattordicesimo secolo e di proprietà alla potente famiglia dei Della Tosa, nel 1525 passa nelle proprietà Ginori, ne assume il nome e viene ampliata sino a raggiungere le dimensioni odierne. La sua facciata principale, rivolta a sud, sfoggia una grande loggia e finestre arcuate che evocano il periodo tardo rinascimentale. Una stampa settecentesca rivela anche la presenza di una grande stufa per la coltivazione delle piante esotiche, testimonianza dell'interesse del Marchese Carlo Ginori per queste specie botaniche. Il lato posteriore della villa affaccia su un pendio verde, che sfocia nel suggestivo viottolone Ginori, un sentiero del Seicento che conduce alla vetta del Monte Acuto. I giardini della villa sono un vero spettacolo. Ma la vera trasformazione giunse nel 1730, quando Carlo Ginori realizzò uno degli orti botanici più rinomati di Firenze, cambiando così l'essenza originaria dei giardini. Poi, nel 1818, il Marchese Carlo Leopoldo Ginori aggiunse un tocco finale: un ampio parco naturalistico, con densi boschi e sentieri, collegato alla villa tramite la "Via Piana", una strada da lui stesso ideata per unire la villa di Doccia con quella di Carmignanello.
Tornando a valle la Cittadella di Doccia, immersa in un contesto paesaggistico invidiabile, ai piedi del Monte Morello, rivela storie e segreti del passato, dove per oltre due secoli, fioriva l’ex-manifattura di porcellane Ginori. L'attuale struttura è frutto di un meticoloso restauro architettonico, che ha saputo coniugare tradizione e modernità. Al suo interno, oltre alle zone residenziali, si trovano spazi dedicati alla cultura, alla direzione e ai servizi.
Un gioiello all'interno della Cittadella è la storica villa Buondelmonti. Oggi, la villa, impreziosita dai “Tondi di Doccia” sulla sua facciata, è un simbolo di rinascita e innovazione. Dopo un attento restauro, è stata trasformata in una biblioteca pubblica, dedicata all'illustre storico “Ernesto Ragionieri”. La visita alla Cittadella di Doccia offre non solo una panoramica sul patrimonio architettonico e culturale di Sesto Fiorentino, ma anche una profonda immersione nel suo passato industriale e urbano e nella sua continua evoluzione.
Ultimo aggiornamento
11.09.2023