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Percorso La casa colonica e il paesaggio mezzadrile

Osservazione del paesaggio da via Dei Molini, visita alla casa contadina La Casa del Guidi  e Museo della Cultura Contadina.

Grazie anche alla mezzadria è stato costruito quel suggestivo paesaggio toscano che ha ispirato poeti, pittori e architetti, e che ora attira tanti turisti. La storia e l’osservazione inducono la riflessione sui possibili collegamenti tra il passato mezzadrile e l’attuale paesaggio sestese e sul rapporto tra mezzadria e industrializzazione a Sesto Fiorentino.

Per secoli, le campagne toscane sono state plasmate dalla mezzadria. Non era solo un modo di gestire la terra, ma rappresentava un intero universo, ricco di cultura, tradizioni e un sistema che assicurava stabilità e coesione sociale. Il movimento mezzadrile, al cuore della vita contadina, è stato uno dei motori della democratizzazione dell'Italia. Nonostante le sfide - isolamento nei poderi lontani, mancanza di comunicazione e trasporti - mezzadri e mezzadre della Toscana si mobilitarono, proponendo idee innovative per lo sviluppo economico e la trasformazione dell'agricoltura. Questo fervore ha portato alla nascita di associazioni che hanno radicato la mezzadria nel tessuto sociale dell'epoca. La mezzadria, oggi, ha lasciato un'eredità tangibile: paesaggi pittoreschi, ricchezze culturali e un imprinting economico. Questa memoria, a tratti idealizzata, ci ricorda di come le famiglie mezzadrili insediate “su podere” fossero una caratteristica integrante del territorio toscano, portatrici di un'etica lavorativa e di un patrimonio culturale inestimabile. E come dimenticare le riforme del 1786, quando il Granduca di Toscana, con una visione illuminata, abolì la pena di morte e rinvigorì la mezzadria, rivoluzionando positivamente le condizioni di vita dei contadini e stimolando la produzione agricola?

Con l'arrivo dell'industrializzazione negli anni '50 e '60, le luci della città attirarono molti contadini, portando all'abbandono delle dimore rurali e alla trasformazione delle campagne. Tuttavia, l'essenza della mezzadria medievale persiste, incastonata nel paesaggio agrario contemporaneo, come un prezioso memento di un tempo passato.

 

Sesto Fiorentino, pur non essendo l'Olanda, vantava un tempo una ricca tradizione di mulini. Fino alla Seconda guerra mondiale, ben 15 mulini erano in funzione, divenendo il cuore pulsante dell'attività locale: qui non solo si macinavano cereali trasformandoli in farina, ma spesso, proprio accanto ad ognuno di essi, si trovava un forno dove il pane veniva cotto fresco. Oggi, di quel passato operoso, rimangono poche tracce, e un toponimo di una via che ne conserva la memoria.

 

Il Museo della cultura contadina nasce nel 1972, frutto della visione, passione e della dedizione dell'insegnante Bruno Carmignini e del suo progetto didattico presso la scuola media statale Lorenzini. Il Museo trova alloggio all'interno della Casa del Guidi, una dimora contadina appositamente restaurata. Al suo interno, il museo ospita una preziosa collezione di oltre 300 pezzi, accuratamente recuperati nelle zone limitrofe di Sesto Fiorentino da studenti e docenti. Qui si possono ammirare antichi attrezzi e macchine utilizzati nei campi, nei boschi e nelle stalle, nonché telai che narrano l'arte della tessitura e vari strumenti che raccontano la vita quotidiana della Piana. Ogni oggetto, disposto con un intento educativo, è accompagnato da una scheda descrittiva che ne illustra la funzione. All'ingresso del museo, una frase evocativa accoglie i visitatori: “La cultura contadina è una cultura, e non c’è niente da fare.

Ultimo aggiornamento

11.03.2024

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