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Percorso Ambiente naturale e antropizzazione

Osservazione del paesaggio da Carmignanello, esplorazione del Parco della Piana

Cos’è il paesaggio? come lo leggiamo e lo percepiamo? Per dare una risposta a questi interrogativi prende avvio l’osservazione del paesaggio da via di Carmignanello nel comune di Sesto Fiorentino, che si estende sulle pendici di Monte Morello. 

Monte Morello che s'affaccia maestosamente a nord-ovest di Firenze, si dipana tra i comuni di Vaglia, Sesto Fiorentino e Calenzano. La sua struttura rocciosa di tipo calcareo, prevalentemente calcarea, ha radici antiche. Questa montagna, nata circa 70 milioni di anni fa come fondale marino,12 milioni di anni fa è emersa, assumendo la sua forma attuale approssimativamente un milione di anni fa. Sul suo terreno, sono chiaramente visibili alcune faglie, particolarmente evidenti nei dintorni di Gualdo e tra le sue cime più elevate.

Da dove deriva il nome "Morello"? Un documento datato 14 luglio 790 ne fa menzione. Le origini di questo nome rimangono avvolte nel mistero. Potrebbe derivare da Maurillus, un possibile antico proprietario terriero, oppure potrebbe evocare il paesaggio boscoso, un tempo rigoglioso di maestosi e secolari abeti.

Sotto il regno del Granduca Cosimo Primo, gran parte del bosco fu abbattuto per fornire travi al Palazzo degli Uffizi. Tuttavia, ci furono tentativi di rimboschimento. Il primo nel 1784, sotto il Granduca Pietro Leopoldo. Ma fu solo nel 1909, grazie all'intervento del deputato socialista Giuseppe Pescetti, che iniziò un efficace processo di riforestazione, arricchendo la montagna di pini neri, cipressi e abeti bianchi.

Monte Morello non è solo storia naturale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, divenne un bastione resistenziale, teatro di importanti episodi come la Battaglia della Fonte dei Seppi, il 14 luglio 1944.

Oggi, abbandonate le tradizionali attività agricole (salvo alcune coltivazioni di ulivi, in particolare a Carmignanello), il monte è ricco di fauna selvatica: cinghiali, volpi, scoiattoli, caprioli, daini, lepri, e fagiani vi hanno trovato rifugio. E, se si osserva attentamente, potrebbero apparire anche rari abitanti come cervi, puzzole, vipere, tassi e faine. Un luogo dove la natura e la storia s'intrecciano in un'armonia senza tempo.

 

Scendiamo a valle per esplorare il Parco della Piana, un’oasi naturale nel cuore dell’area metropolitana di Firenze. Il Parco della Piana di Sesto Fiorentino chiamato anche Oasi della Querciola è un piccolo paradiso verde che si estende per circa 56 ettari in un’area fortemente antropizzata come è appunto tutta la piana Fiorentina, un fiore cresciuto fra l’asfalto.

Le acque tranquille dei due laghi principali, il Lago della Querciola e il Lago dei Cavalieri, riflettono la vita vibrante del parco. Questi specchi d'acqua sono particolarmente interessanti per la ricchezza e la varietà di avifauna. Immaginatevi, con una fotocamera in mano, la possibilità di catturare la maestosità di un cavaliere d'Italia che nidifica in tranquillità o un ardeide intento alla pesca, tutto a portata di obiettivo, grazie ai strategicamente posizionati capanni di osservazione.

Se la vostra passione si rivolge verso i passeriformi, il parco non delude. Durante i freddi mesi invernali, capanni dedicati accolgono verdoni, frosoni, peppole, fringuelli e lucherini, tutti attratti dalle mangiatoie. Questi capanni sono l'ideale anche per chi è alle prime armi con la fotografia naturalistica, per chi ha ottiche relativamente corte perché si possono realizzare degli ottimi scatti anche con un 300 mm, addirittura con smartphone dotati di un’ottima fotocamera.

A poca distanza, il Lago di Peretola, situato vicino all'aeroporto Amerigo Vespucci (zona Peretola), si estende come un prolungamento del Parco della Piana. Un tempo destinato alla caccia,  ospita una varietà di specie, compresi affascinanti fenicotteri in alcuni periodi dell'anno.

L'abbondanza della natura nel Parco della Piana è stupefacente: ben 176 specie di volatili, tra stanziali e migratori, tra cui tra cui l’airone cenerino, la garzetta, l’airone bianco maggiore, il tuffetto ed il corriere piccolo, e varie specie di anatidi e di limicoli; il cavaliere d’Italia (presente tra marzo e agosto) si danno appuntamento qui nel corso delle stagioni. Da non perdere, durante la primavera, sono le opportunità di fotografia macro: il parco si anima di insetti e aracnidi, mentre la flora circostante esplode in un carosello di colori.

Un invito, dunque, a scoprire e rispettare questo angolo di natura che, nel tumulto della metropoli, ci offre momenti di autentica pace e bellezza.

Ultimo aggiornamento

28.08.2024

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